SE LA “SCIENZA” VIENE INTESA E PROMOSSA COME UN INTOCCABILE DOGMA, COME AUTORIZZAZIONE AL FRAMING POLITICO E ALLA CENSURA, LA DEMOCRAZIA É FINITA

 

Siamo un partito impegnato nella protezione dell’ambiente e nella promozione della libera ricerca rispettosa della dignità umana.

E proprio per questo siamo decisamente contrari all’impedimento sistematico (con l’uso di framing politico e la censura) di un dibattito scientifico aperto.

È proprio questo dibattito aperto – che dovrebbe caratterizzare per se la scienza, perché altrimenti parliamo di dogma – che ci manca da anni.

L’impedimento sistematico a livello globale di un dibattito scientifico pubblico e democratico è sotto gli occhi di tutti dal 2020, ovvero dalla dichiarazione della cosiddetta pandemia, che a sua volta ha portato a misure autoritarie imposte con la totale esclusione di un aperto dibattito scientifico.

Scienziati, con decenni di grande carriera universitaria, corteggiati fino all’inizio del 2020 anche dal cosiddetto mainstream, sono stati ridicolizzati, timbrati politicamente come aderenti all’estrema destra e in generale messi a tacere con una censura sistematica senza precedenti, solo perché hanno pubblicamente messo in guardia contro le misure Covid-19, che sempre di più si stanno rivelando nella loro dannosità irreversibile.

Questa censura è stata decisa a livello dell’Unione Europea e dell’OMS e viene lautamente finanziata anche con le nostre imposte.

Attualmente, in applicazione della cosiddetta strategia ONE HEALTH e HEALTH IN ALL POLICIES, che integra il clima nel concetto di salute pubblica, si sta promovendo a livello di OMS e UE, una sistematica campagna strategica, anche in cooperazione con il settore dell’istruzione (in primis le università), contro tutte le opinioni che non corrispondono al dogma imposto come “unica verità”.

Dal 2020, in particolare molte università europee non sono più luoghi di un aperto dibattito scientifico, ma si sono, invece, dimostrate essere esecutrici di una autoritaria “formazione delle opinioni”, anche attraverso l’eliminazione del personale accademico che ha apertamente espresso il suo dissenso scientifico alla narrazione propagandata.

Siamo molto preoccupati per questo sviluppo.

Se gli “scientists for future” parlano di “conoscenze scientifiche sul cambiamento climatico”, presumibilmente parlano solo di quelle “conoscenze” che corrispondono alla narrazione politica che viene servita.

Noi, invece, chiediamo un dibattito scientifico aperto, trasparente e democratico che è esattamente l’opposto della censura e di giudizi denigratori a livello personale.

È inaccettabile che responsabili di programmi dell’emittente pubblica italiana RAI rimangano esposti ad un autentico shitstorm solo perché, nell’interesse dell’informazione e opinione libera, invitano nelle loro trasmissioni anche voci critiche rispetto a quell’”unica verità” propagandata a livello centrale in merito, p.e., alle misure Covid-19 e al cambiamento climatico.

Ciò è successo di recente ripetutamente persino all’ex presidente della RAI Marcello Foa, che ha invitato nel suo programma Giù la maschera su Rai Radio1 rappresentanti di diverse opinioni scientifiche, corrispondendo con ciò esattamente alla missione di un’emittente pubblica (di una, quantomeno ancora sulla carta esistente Repubblica democratica garante dei Diritti Fondamentali) che deve fornire democraticamente un’informazione completa che però da anni manca in modo drammatico e irreversibilmente dannoso.

Più che mai, attualmente corriamo il grande rischio che sempre più decisioni politiche di ampia portata vengano prese sulla base di “conoscenze scientifiche” propagandate come “unica verità” intoccabile e poi eseguite in modo autoritario anche con la censura.

La celebrazione e difesa da parte dei “scientists for future” dell’Unione Europea come un “progetto di integrazione e di pace”, ignora completamente la brutale e triste realtà di una Unione Europea che, invece di agire come un’autodeterminata seria costruttrice di pace, si è lasciata strumentalizzare ai fini di una guerra nell’Ucraina a danno innanzitutto degli ucraini, ma anche di noi cittadini dell’UE.

 

Se gli “scientists for the future” ora mettono in guardia contro “l’ulteriore divisione della società, l’indebolimento della democrazia” e sottolineano la necessità di “tutelare la dignità umana”, ci viene da chiedere, ma dov’erano questi “scientists for the future” negli ultimi anni, quando proprio ciò contro cui mettono giustamente in guardia è stato attuato in modo autoritario, con la violazione brutale dei Diritti Umani, da una politica pilotata in modo centralizzato a livello globale?

Dov’erano questi “scientists for the future“, ad esempio, quando il Premio Nobel per la Medicina Luc Montagnier è stato diffamato come un crétin senile per aver subito all’inizio del 2020 lucidamente dichiarato e spiegato pubblicamente, con la sua indiscutibile expertise scientifica, l’ormai innegabile origine non naturale del virus Sars-CoV-2?

Dov’erano questi “scientists for the future” quando scienziati rispettati a livello europeo e internazionale nel 2020 sono stati politicamente inquadrati come estremisti di destra, diffamati e messi a tacere solo perché contraddicevano in modo trasparente e argomentativo, proprio a tutela della dignità umana, la narrazione autoritaria, chiedendo un libero e aperto dibattito scientifico?

E perché questi “scientists for the future” non si scandalizzano per le decisioni, già prese a livello dell’Unione Europea, e che prevedono la sistematica censura di tutte le opinioni che non corrispondono all'”unica narrazione”, all'”unica verità”?

E, dunque, ci viene il dubbio se questi “scientists for the future” fanno magari parte proprio di quella macchina di propaganda autoritaria controllata e finanziata a livello globale, diretta contro un democratico dibattito scientifico.

Questo dubbio sorge inevitabilmente dal momento che questi “scientists for the future” ritengono necessario opporsi all’ attuale formazione, tra rappresentanti del popolo democraticamente eletti (tra cui anche FdI e Lega), del governo della provincia autonoma Sudtirolo, ma evidentemente non ritengono necessario opporsi all’eliminazione del libero discorso scientifico, il quale è, invece, il garante di un progresso sostenibile e orientato al futuro nell’interesse dell’umanità e fa parte del DNA di una vera democrazia.

 

Avv./RA DDr. Renate Holzeisen

Abgeordnete zum Südtiroler Landtag – Consigliere Provinciale del Sudtirolo

Mitglied des Vorstandes von Children’s Health Defense Europe – Membro del Direttivo di Children’s Health Defense Europe

Präsidentin der Anwaltsvereinigung “Confederazione Legale dei Diritti dell’Uomo – Mailand – Presidente della Confederazione Legale dei Diritti dell’Uomo – Milano

 

https://www.renate-holzeisen.eu