
L’anno obbligatorio nella scuola d’infanzia in Alto Adige/Sudtirolo e l’obbligo vaccinale pediatrico nazionale si escludono a vicenda
Mozione nel Consiglio della Provincia Autonoma di Bolzano e procedimenti giudiziari instaurati da genitori altoatesini/sudtirolesi
Con Mozione n. 344/25 – vedi in allegato e qui la versione bilingue pubblicata sul sito del Consiglio Provinciale https://api-idap.landtag-bz.org/doc/IDAP_780840.pdf – che sarà discussa e votata questa settimana in Consiglio della Provincia Autonoma di Bolzano, chiedo al Consiglio dell’Alto Adige-Sudtirolo, di voler obbligare la Giunta Provinciale a voler annullare subito le parti evidentemente contrarie alla Costituzione e ai Diritti Fondamentali della Deliberazione Nr. 1111 della Giunta del 3.12.2024 riguardante l’anno obbligatorio nella scuola dell’infanzia.
Con l’art. 2, comma 2, della legge provinciale n. 5 del 16 luglio 2008 “Obiettivi formativi generali ed ordinamento della scuola dell’infanzia, del primo ciclo di istruzione e della scuola di musica”, il Consiglio provinciale ha deliberato quanto segue:
“La frequenza della scuola dell’infanzia costituisce un diritto dei singoli bambini e bambine. A tal fine, l’offerta educativa e la possibilità di frequenza della scuola dell’infanzia sono assicurate a tutte le bambine e a tutti i bambini. La frequenza della scuola dell’infanzia è facoltativa. Un anno nella scuola dell’infanzia è obbligatorio, non incide sull’obbligo scolastico nonché sul diritto-dovere all’istruzione e alla formazione stabiliti dalla normativa nazionale. La Giunta provinciale definisce i relativi criteri e i dettagli prevedendo che per l’anno obbligatorio non debba essere corrisposta una retta per concorrere alle spese di gestione”.
Con la delibera n. 1111 del 03.12.2024
la Giunta della Provincia Autonoma di Bolzano ha stabilito i criteri e i dettagli per l’introduzione dell’anno obbligatorio nella scuola d’infanzia come segue:
“Articolo 1 (Iscrizione obbligatoria e controllo dell’avvenuta iscrizione)
- Le bambine e i bambini che nell’anno scolastico a cui si riferisce l’iscrizione compiono il quinto anno di età nel periodo tra il 1° maggio e il 31 agosto e le bambine e i bambini che nell’anno scolastico successivo a quello a cui si riferisce l’iscrizione, compiono il quinto anno di età entro aprile, devono obbligatoriamente frequentare un anno nella scuola dell’infanzia. …
- Gli esercenti la responsabilità genitoriale che provvedono personalmente all’istruzione delle loro figlie e dei loro figli nell’anno obbligatorio nella scuola dell’infanzia devono presentare, entro il termine ordinario per l’iscrizione a gennaio nonché ad agosto, una dichiarazione sostitutiva al comune di residenza, attestando di svolgere con le bambine e con i bambini attività educative conformi alle indicazioni provinciali per le scuole dell’infanzia in Alto Adige.
- Dopo l’avvenuta ammissione delle bambine e dei bambini alla scuola dell’infanzia, la sindaca o il sindaco del comune di residenza delle bambine e dei bambini verifica, accedendo all’anagrafe provinciale delle alunne e degli alunni, l’avvenuta iscrizione delle bambine e dei bambini o la presentazione della dichiarazione sostitutiva di cui al comma 3.
- Le bambine e i bambini che non rispettano le disposizioni relative all’anno obbligatorio nella scuola dell’infanzia saranno segnalati dal comune alla Procura della Repubblica per i minorenni decorso inutilmente il termine indicato in un’apposita ammonizzazione. Inoltre, vengono segnalati le bambine e i bambini per i quali, a causa della mancata osservanza delle disposizioni sull’obbligo vaccinale, viene disposta la decadenza dall’iscrizione.
Art. 2 (Obbligo vaccinale)
- Il rispetto delle disposizioni sull’obbligo vaccinale costituisce un requisito per la frequenza dell’anno obbligatorio nella scuola dell’infanzia.
- Per le bambini e i bambini che non soddisfano i requisiti dell’obbligo vaccinale e per le quali viene quindi disposta la decadenza dall’iscrizione, gli esercenti la responsabilità genitoriale devono presentare la dichiarazione sostitutiva di cui all’articolo 1, comma 3
Art. 3 (Retta per concorrere alle spese di gestione)
- L’ente gestore della scuola dell’infanzia non riscuota una retta per concorrere alle spese di gestione nell’anno obbligatorio nella scuola dell’infanzia.
L’obbligo di frequentare la scuola dell’infanzia significa che i bambini non vaccinati o solo parzialmente vaccinati non possono essere discriminati, ovvero non possono essere esclusi dalla scuola dell’infanzia, poiché i genitori non possono essere obbligati a svolgere, con le proprie forze e a proprie spese, attività educative conformi alle indicazioni provinciali per le scuole dell’infanzia in Alto Adige/Sudtirolo.
Le indicazioni per la scuola dell’infanzia in lingua tedesca in Alto Adige/Sudtirolo – delibera della Giunta provinciale del 3 novembre 2008 n. 3990
prevedono tra l’altro quanto segue:
“Punto 1.1 (La filosofia delle linee guida). Le linee guida delineano un concetto scientificamente fondato di educazione infantile e mirano a garantire che i bambini e le bambine trovino nei loro primi anni decisivi luoghi di istruzione pedagogicamente qualificati nelle loro scuole dell’infanzia. Particolare attenzione è riservata alla continuità dei processi educativi e alla gestione professionale delle transizioni nel percorso formativo… Alla scuola dell’infanzia, il potenziale di apprendimento ludico dei bambini viene promosso attraverso un accompagnamento sistematico e una didattica differenziata basata su metodi di apprendimento e viene consapevolmente utilizzato anche per l’apprendimento mirato in iniziative e progetti educativi. In questo modo il bambino può affrontare il passaggio ai processi di apprendimento e formazione organizzati nella scuola… I gruppi misti per età nella scuola dell’infanzia rappresentano una comunità di apprendimento proficua per il singolo bambino… I bambini hanno di solito un’età compresa tra i tre e i sei anni… La scuola materna contribuisce a migliorare le opportunità di apprendimento e di vita dei bambini provenienti da famiglie socialmente svantaggiate e a garantire loro buone possibilità di sviluppo“.
Le indicazioni per la scuola dell’infanzia in lingua italiana in Alto Adige/Sudtirolo
prevedono tra l’altro quanto segue:
“Frequentare la scuola dell’infanzia rappresenta un’opportunità unica per l’apprendimento e lo sviluppo della personalità, per ridurre le diseguaglianze, incrementare il benessere personale e sociale e promuovere un beneficio influsso sui percorsi futuri e sulla futura capacità di determinarsi liberamente e autonomamente dell’essere umano. Avere la possibilità di fare esperienze in un contesto socialmente e culturalmente positivo pone delle basi solide ad apprendimenti fondamentali, come l’alfabetizzazione motoria, relazionale, emotiva, estetica, letteraria, visiva, ecologica e digitale.”
Un anno obbligatorio nella scuola dell’infanzia non può essere associato all’obbligo di vaccinazione.
Se la frequenza della scuola dell’infanzia da parte di un bambino di 5 anni è da considerarsi essenziale per il suo sviluppo e per un passaggio ottimale alla scuola primaria, come risulta dalle indicazioni per la scuola dell’infanzia in Alto Adige/Sudtirolo e come stabilito dalla legge provinciale n. 5/2008, allora a nessun bambino può essere negato l’accesso alla scuola dell’infanzia.
Il legislatore nazionale non prevede un anno obbligatorio nella scuola dell’infanzia.
Per quanto riguarda la scuola dell’obbligo, il legislatore nazionale, in base all’obbligo scolastico e al diritto fondamentale all’istruzione, non prevede l’esclusione dalla scuola dei bambini non vaccinati.
Infatti, in caso di obbligo di frequentare un istituto scolastico, l’adempimento dell’obbligo vaccinale non può essere previsto come requisito di accesso.
Lo stesso principio deve valere per l’anno obbligatorio nella scuola dell’infanzia in Alto Adige/Sudtirolo. L’obbligo di mandare i bambini di cinque anni alla scuola dell’infanzia, poiché questo è considerato un diritto fondamentale del bambino all’istruzione garantita dalla scuola dell’infanzia, significa che questi bambini di cinque anni non possono essere esclusi dalla scuola dell’infanzia a causa del mancato adempimento totale o parziale dell’obbligo vaccinale pediatrico.
Analogamente ai bambini di sei anni in età scolare, che, anche se non vaccinati, non possono essere esclusi dalla scuola primaria.
Poiché l’Alto Adige/Sudtirolo, contrariamente alla normativa nazionale, ha introdotto, a partire dall’anno scolastico 2025/2026, un anno obbligatorio nella scuola dell’infanzia, l’Alto Adige, in considerazione dell’obbligo introdotto per i bambini di cinque anni di frequentare la scuola dell’infanzia, ha il diritto e l’obbligo di derogare all’obbligo vaccinale pediatrico previsto dal decreto legge 73 del 7 giugno 2017 (convertito con la legge 119/2017) per l’adempimento dell’anno obbligatorio nella scuola materna.
I genitori che desiderano mandare il proprio figlio/la propria figlia alla scuola dell’infanzia e lo/la iscrivono entro i termini previsti, non possono essere obbligati a provvedere, a proprie spese e con i propri mezzi, a attività educative conformi alle indicazioni provinciali per le scuole dell’infanzia in Alto Adige/Sudtirolo.
Se i genitori desiderano farlo di loro spontanea volontà perché non vogliono mandare i propri figli alla scuola dell’infanzia pubblica, è giusto provvedere con una dichiarazione sostitutiva, con la quale i genitori dichiarano di svolgere con i loro figli attività educative conformi alle indicazioni provinciali per le scuole dell’infanzia in Alto Adige.
Se, invece, i genitori desiderano mandare i propri figli alla scuola dell’infanzia pubblica, ma vengono in ciò ostacolati dalla Giunta Provinciale, non si può imporre a questi genitori l’obbligo di provvedere all’istruzione prescolare dei propri figli!
Una chiara discriminazione non può diventare anche motivo di obblighi per le persone discriminate.
A questo proposito va ricordato che, ai sensi dell’articolo 3 (Retta per concorrere alle spese di gestione) della deliberazione della Giunta Provinciale n. 1111 del 03.12.2024, l’ente gestore della scuola dell’infanzia non riscuota una retta per concorrere alle spese di gestione nell’anno obbligatorio nella scuola dell’infanzia.
La decisione della Giunta dell’Alto Adige-Sudtirolo sancisce quindi una chiara discriminazione anche di natura finanziaria nei confronti delle famiglie dei bambini di 5 anni esclusi dalla scuola dell’infanzia pubblica.
In nessun caso è giustificata la denuncia alla Procura della Repubblica presso il Tribunale dei Minorenni di bambini che vengono esclusi dalla scuola dell’infanzia perché “non conformi, in tutto o in parte, al piano vaccinale nazionale” e i cui genitori non vogliono o non possono impegnarsi a svolgere con i propri figli, a proprie spese e con i propri sforzi, attività educative conformi alle indicazioni provinciali per le scuole dell’infanzia in Alto Adige/Sudtirolo.
Si tratta di bambini che sono stati iscritti dai genitori alla scuola dell’infanzia entro i termini previsti, ma che vengono esclusi dalla scuola dell’infanzia perché non conformi al piano vaccinale nazionale (10 vaccinazioni obbligatorie). Tra questi vi sono anche bambini che hanno già manifestato reazioni gravi (febbre altissima per giorni, fortissimo dolore accompagnato da urla acute e prolungate ecc.) dopo le prime dosi di vaccino e i cui genitori, per un principio di cautela del tutto giustificato, non vogliono più sottoporre i figli ad altre vaccinazioni.
Il piano vaccinale nazionale determinato dai politici sulla base di una strategia raccomandata dall’OMS, controllata dai produttori dei vaccini e da cosiddetti filantropi – come la fondazione Bill & Melinda Gates – che a loro volta investono alla grande nel business dei vaccini
(qui il link all’articolo uscito poco tempo fa sul British Medical Journal in lingua inglese https://gh.bmj.com/content/10/10/e015343
e qui il link alla traduzione in lingua italiana:
https://drive.google.com/file/d/1wHtT8ou_Otu7x32fLrXzrxUz13ixVJtA/view
prevedono solo pochissimi casi, in ultima analisi stabiliti da politici, in cui il/la bambino/a viene esentato/a dall’obbligo vaccinale dalle autorità.
Ciò è assolutamente insostenibile, considerando che nessun vaccino pediatrico è mai stato testato in punto efficacia e sicurezza in uno studio clinico con un vero gruppo di controllo.
Il fatto che non esistono studi clinici con veri gruppi di controllo (e cioè gruppi di controllo al quale viene iniettato un vero placebo e non un altro vaccino) disposti a livello istituzionale, è stato peraltro confermato in data 4 giugno 2024 in Aula del Consiglio della Provincia Autonoma di Bolzano dall’Assessore alla Salute della Provincia Autonoma di Bolzano, Hubert Messner, in risposta ad una interrogazione della Consigliera che presenta questa mozione, e poi successivamente confermato dall’Assessore ai media (vedi Neue Südtiroler Tageszeitung, Abschaffung ist ein Muss del 10 Luglio 2024
Il dogma dell’OMS è la vaccinazione dalla culla alla bara con una continua amplificazione del piano vaccinale e che ha portato nel giro di 19 anni ad una enorme proliferazione dei vaccini e delle dosi inserite nel programma vaccinale pediatrico. E questo sviluppo continua!

E a causa di un algoritmo definito dall’OMS (OMS Causality assessment of an adverse event following immunization
(qui il link alla versione originale in lingua inglese
https://iris.who.int/server/api/core/bitstreams/2a09fc09-127c-47e7-b289-e20523ded26b/content
e qui il link alla traduzione in lingua italiana
https://drive.google.com/file/d/1D9UsLLbkYHpp610b2FekpEpTKFvPwsu9/view)
decisamente a favore dei produttori dei vaccini, le autorità sanitarie escludono a priori il nesso di causalità con l’applicato prodotto vaccinale in presenza di un’altra possibile causa della reazione avversa.
Inversione di rotta del CDC sul rapporto di causalità tra vaccinazione pediatrica e autismo
Il CDC (Centers for Disease Control and Prevention – la principale autorità sanitaria federale degli USA) dal 19.11.2025 dichiara ufficialmente sul suo sito web che non è possibile escludere che le vaccinazioni pediatriche siano una causa dell’autismo, compiendo così una svolta della sua posizione sul tema, attesa da tanto tempo!
https://www.cdc.gov/vaccine-safety/about/autism.html
Testualmente il CDC dichiara:
- L’affermazione “i vaccini non causano l’autismo” non è basata su prove scientifiche, poiché gli studi non hanno escluso la possibilità che i vaccini pediatrici causino l’autismo.
- Gli studi che sostengono tale collegamento sono stati ignorati dalle autorità sanitarie.
- L’HHS ha avviato una valutazione completa delle cause dell’autismo, comprese indagini sui meccanismi biologici plausibili e sui potenziali nessi causali.
Ai sensi del Data Quality Act (DQA), che impone alle agenzie federali di garantire la qualità, l’obiettività, l’utilità e l’integrità delle informazioni che diffondono al pubblico, questa pagina web è stata aggiornata perché l’affermazione “I vaccini non causano l’autismo” non è basata su prove scientifiche. Gli studi scientifici non hanno escluso la possibilità che i vaccini pediatrici contribuiscano allo sviluppo dell’autismo.
Tuttavia, questa affermazione è stata storicamente diffusa dal CDC e da altre agenzie sanitarie federali all’interno dell’HHS per prevenire l’esitazione vaccinale.
Inoltre, il CDC dichiara testualmente da ieri sul suo sito web:
“L’HHS (Department of Health and Human Services – il Ministero federale della Salute degli USA) ha avviato una valutazione completa delle cause dell’autismo, comprese indagini sui possibili meccanismi biologici e sui potenziali nessi causali. Questa pagina web sarà aggiornata con i risultati scientifici più autorevoli derivanti dalla valutazione completa delle cause dell’autismo condotta dall’HHS, come richiesto dal DQA. Di seguito, come richiesto dal DQA, vengono descritti in dettaglio lo stato delle prove e degli studi, e la loro mancanza, riguardanti i vaccini e il disturbo dello spettro autistico (autismo) e vengono delineate le future direzioni di ricerca dell’HHS per fornire delle risposte. È fondamentale affrontare le domande che gli americani si pongono sulla causa dell’autismo per garantire che le linee guida in materia di salute pubblica rispondano adeguatamente alle loro preoccupazioni. Circa uno su due dei genitori di bambini autistici intervistati ritiene che i vaccini abbiano avuto un ruolo nell’autismo dei propri figli, indicando spesso i vaccini somministrati nei primi sei mesi di vita (difterite, tetano, pertosse (DTaP), epatite B (HepB), Haemophilus influenzae tipo B (Hib), poliovirus inattivato (IPV) e pneumococco coniugato (PCV)) e uno somministrato al primo anno di vita o dopo (morbillo, parotite, rosolia (MMR)). Questa connessione non è stata studiata in modo adeguato e approfondito dalla comunità scientifica. Nel 1986, il programma di immunizzazione infantile del CDC per i neonati (≤ 1 anno di età) raccomandava cinque dosi totali di vaccini: due dosi orali di vaccino antipolio orale (OPV) e tre dosi iniettabili di vaccino contro la difterite, il tetano e la pertosse (DTP). Nel 2025, il calendario del CDC raccomandava tre dosi orali di rotavirus (RV) e tre dosi iniettabili ciascuna di HepB, DTaP, Hib, PCV e IPV entro i sei mesi di età, due dosi iniettabili di influenza (IIV) entro i 7 mesi di età e dosi iniettabili di Hib, PCV, MMR, varicella (VAR) ed epatite A (HepA) entro i 12 mesi di età. L’aumento della prevalenza dell’autismo dagli anni ’80 è correlato all’aumento del numero di vaccini somministrati ai neonati. …Ad esempio, uno studio ha rilevato che gli adiuvanti di alluminio nei vaccini avevano la più alta correlazione statistica con l’aumento della prevalenza dell’autismo tra le numerose cause ambientali sospette… il CDC ha violato il DQA quando ha affermato che “i vaccini non causano l’autismo”. Il CDC sta ora correggendo la dichiarazione e l’HHS sta fornendo finanziamenti e sostegno adeguati per gli studi relativi ai vaccini pediatrici e all’autismo.”

Recenti studi su larga scala dimostrano che i bambini non vaccinati, rispetto a quelli vaccinati, soffrono molto meno spesso di malattie croniche e che la vaccinazione pediatrica è il fattore determinante dell’epidemia di disturbi dello spettro autistico che da anni imperversa anche in Alto Adige-Sudtirolo/Italia.
Il 27 ottobre 2025, rinomati scienziati anglo-americani hanno pubblicato un’importante meta-analisi che comprende tutti gli studi finora pubblicati e noti sulle cause dei disturbi dello spettro autistico.

Vedi qui il link alla versione originale in lingua inglese:
https://mcculloughfnd.org/pages/autism-research-report
E qui il link alla traduzione in lingua italiana:
https://drive.google.com/file/d/12biGPpXwQTE8ZpS5XosGD9sO3DkXtnTT/view
Questo importante meta-studio, senza precedenti per la sua ampiezza, che esamina in modo approfondito studi epidemiologici, clinici e meccanicistici per valutare i potenziali fattori di rischio dei disturbi dello spettro autistico, giunge letteralmente alla seguente conclusione dettagliata e documentata:
“L’insieme delle prove supporta un modello multifattoriale dei disturbi dello spettro autistico, in cui interagiscono predisposizione genetica, neuroimmunobiologia, tossine ambientali, fattori di stress perinatali ed esposizioni iatrogene.
Le vaccinazioni combinate e precoci di routine durante l’infanzia rappresentano il fattore di rischio modificabile più significativo per i disturbi dello spettro autistico, come confermato da risultati concordanti meccanicistici, clinici ed epidemiologici, caratterizzati da un uso intensificato, che si distingue per l’accumulo di più dosi durante le fasi critiche dello sviluppo neurologico e per la mancanza di studi sulla sicurezza cumulativa del programma vaccinale pediatrico completo.
Poiché la prevalenza dei disturbi dello spettro autistico continua ad aumentare a un ritmo senza precedenti, chiarire i rischi associati al dosaggio cumulativo dei vaccini e al momento della vaccinazione rimane una priorità urgente per la salute pubblica“.
Negli Stati Uniti, a 1 bambino su 36 viene diagnosticato un disturbo dello spettro autistico, mentre in Italia/Alto Adige-Sudtirolo lo scorso anno la percentuale era di 1 bambino su 76! E la tendenza è in aumento!
In un’audizione nell’autunno 2024 nel Consiglio provinciale della Provincia autonoma di Bolzano (da parte della Prima commissione legislativa) con rappresentanti di scuole dell’infanzia e scuole dell’obbligo di ogni livello in lingua tedesca, italiana e ladina, tutti i rappresentanti presenti hanno dichiarato all’unanimità – in risposta alla domanda concreta della consigliera provinciale che presenta questa mozione. se i casi di disturbi dello spettro autistico siano effettivamente aumentati o siano spiegabili con una diagnostica più raffinata – che l’aumento esplosivo rispetto al passato è effettivamente reale e non può essere spiegato con criteri diagnostici modificati.
L’andamento della prevalenza dell’autismo in relazione alle dosi di vaccino somministrate fino al secondo compleanno, illustrato sulla base dei dati del CDC nell’ampio meta-studio, parla chiaro!
L’Italia ha un programma di vaccinazione pediatrico sostanzialmente analogo a quello degli Stati Uniti.
La deliberazione della Giunta della Provincia Autonoma di Bolzano n. 1111 del 13.12.2024 è stata impugnata nelle sue parti contrarie alla Costituzione e ai Diritti Fondamentali su incarico di genitori altoatesini/sudtirolesi. I rispettivi processi pendono.
Emendamento all’Emendamento alla Mozione 344 25
RA/Avv. DDr. Renate Holzeisen
Abgeordnete zum Südtiroler Landtag – Membro del Consiglio della Provincia Autonoma di Bolzano
Fraktion VITA – Gruppo Consiliare VITA
Leave A Comment