Va premesso, che la Procura di Bolzano (e i Carabinieri N.A.S. di Bolzano) anziché compiere le dovute indagini in merito al falso ideologico, alla violenza privata, al commercio/somministrazione di medicinali guasti, al tentato omicidio plurimo e alle tentate (e in parte consumate) lesioni personali, denunciati già a Novembre 2021 da un gruppo di 83 sanitari, è corsa a inizio dicembre 2022 a chiedere l’archiviazione delle indagini, persino prima ancora del deposito della motivazione delle sentenze che la Consulta aveva emesse sulle prime questioni di legittimità costituzionale sollevate.
Con la denuncia penale i sanitari avevano esposto e documentati fatti mai presi in considerazione dalla Consulta, anche a causa di questioni sollevate dai diversi giudici del merito purtroppo spesso anche in modo contraddittorio.
Dunque, nella memoria abbiamo spiegato per quale motivo le sentenze di rigetto delle questioni di legittimità costituzionale della Corte Costituzionale non hanno alcun valore per il procedimento instaurato con la denuncia penale del gruppo di sanitari e per quali motivi devono essere rigorosamente disattesi nelle loro conclusioni.
Prima ancora abbiamo ribadito brevemente il danno subito dai sanitari denuncianti.
Questa prima parte della pubblicazione è dedicata a questo aspetto. Nella prossima parte II pubblicheremo estratti in merito all’assoluto difetto di valore ed efficacia delle sentenze della Consulta nel procedimento instaurato dal gruppo dei sanitari.
Estratto – PARTE I
I denuncianti sanitari (medici, infermieri, ostetriche, operatori socio sanitari, fisioterapisti) erano stati sottoposti dai responsabili nazionali e locali della Sanità Pubblica all’imposizione del trattamento con sostanze autorizzate come “vaccini”-Covid-19, con riferimento all’obbligo vaccinale introdotto dal Governo Draghi (con successiva conferma da parte del Parlamento) con il D.L. 44/2021 come segue:
Art. 4
Disposizioni urgenti in materia di prevenzione del contagio da SARS-CoV-2 mediante previsione di obblighi vaccinali per gli esercenti le professioni sanitarie e gli operatori di interesse sanitario
- …. Gli esercenti le professioni sanitarie e gli operatori di interesse sanitario … sono obbligati a sottoporsi a vaccinazione gratuita per la prevenzione dell’infezione da SARS-CoV-2….
Significativo – oltre al titolo dell’art. 4 e l’indicazione dello scopo dell’obbligo “vaccinale” nel comma 1 (vedi sopra) e che è la prevenzione dell’infezione da SARS-CoV-2, la quale, a sua volta, avrebbe, dunque, dovuto essere funzionale alla tutela della salute pubblica e al mantenimento di “adeguate condizioni di sicurezza nell’erogazione delle prestazioni di cura e assistenza”, sono anche i commi 6, 8 e 10 dell’art. 4 del D.L. 44/2021, laddove il Legislatore una volta di più evidenzia lo scopo della vaccinazione che è quella di “evitare il rischio di diffusione del contagio da SARS-CoV-2”.
Nel comma 11 si parla del fine “di contenere il rischio di contagio”.
Art. 3 ter -(Adempimento dell’obbligo vaccinale)
1.L’adempimento dell’obbligo vaccinale previsto per la prevenzione dell’infezione da SARS-CoV-2 comprende il ciclo vaccinale primario e, a far data dal 15 dicembre 2021, la somministrazione della successiva dose di richiamo, da effettuarsi nel rispetto delle indicazioni e dei termini previsti con circolare del Ministero della salute.
I denuncianti sanitari si sono opposti sin da subito (Aprile 2021) con ripetute comunicazioni pec indirizzate ai responsabili della Sanità Pubblica a livello locale e nazionale in modo argomentato e documentato all’imposizione di tale obbligo, perché sapevano che le sostanze autorizzate dalla Commissione Europea e usate in Italia quali “vaccini”-Covid-19, non erano state autorizzate per la prevenzione dell’infezione con il virus SARS-CoV-2, dato che tale efficacia non l’avevano (e ce l’hanno a tutt’oggi), e che, dunque, a loro veniva imposto un generalizzato gravemente illegittimo off label use di sostanze ai fini dell’assolvimento di un obbligo vaccinale, e perché sapevano (bastava leggere la documentazione ufficiale istituzionale dell’EMA, della Commissione Europea e dei produttori dei cosiddetti “vaccini”-Covid-19) che i cosiddetti “vaccini”-Covid-19 erano sostanze sperimentali, di cui era impossibile garantire l’efficacia e soprattutto la sicurezza.
Nessuno dei rappresentanti del procedimento instaurato per l’accertamento dell’adempimento dell’obbligo vaccinale-Covid-19 e la sospensione in caso di inadempimento (i responsabili dell’Azienda Sanitaria, in primis FLORIAN ZERZER, MARIA GRAZIA ZUCCARO, e i responsabili degli Ordini professionali dei sanitari, in primis CLAUDIO VOLANTI e MONICA OBERRAUCH nella loro veste di presidente e vice-presidente dell’Ordine dei Medici e Chirurghi di Bolzano) ha risposto alle ripetute plurime comunicazioni pec dei sanitari denuncianti, con cui questi spiegavano il loro rifiuto dell’inoculazione e ponevano precise domande ai responsabili del procedimento amministrativo per l’accertamento dell’adempimento dell’obbligo “vaccinale”.
I sanitari denuncianti venivano trattati peggio dei fuorilegge … venivano letteralmente considerati dei sorci che manco meritavano una risposta alle loro istanze! L’Azienda Sanitaria e gli Ordini Professionali dei sanitari (in primis l’Ordine Professionale dei Medici e Chirurghi di Bolzano) in quel periodo operavano completamente al di fuori del contraddittorio imposto con effetto generale per tutti i procedimenti di natura amministrativa dalla Legge 241/1990, e si sono comportati come capò di un sistema brutalmente autoritario e del tutto irragionevole. E, dunque, anziché tutelare i propri iscritti avverso un trattamento off label e altamente sperimentale, l’Ordine dei Medici di Bolzano perseguitava con procedimenti disciplinari persino quei pochi medici che hanno aiutato p.e. anche i bambini avverso il diktat autoritario, disumano, del tutto irragionevole e dannoso a livello psico-fisico dell’uso delle mascherine a scuola.
Dato che si sono opposti all’inoculazione di queste sostanze sperimentali alias “vaccini”-Covid-19, la stragrande parte dei denuncianti sanitari (tranne quelli che – sotto la minaccia e violenza privata subita si sono visti costretti a farsi inoculare le sostanze sperimentali, vedi infra) sono stati sospesi senza stipendio (e con la sospensione del versamento dei rispettivi contributi sociali), per tanti mesi dal lavoro e dalla possibilità di esercitare la loro professione, e, dunque, privati del loro diritto fondamentale a provvedere al sostentamento economico/finanziario personale e della loro famiglia (spesso con figli minorenni). L’Azienda Sanitaria ha persino negato ai sanitari il loro diritto di lavorare, durante il periodo in cui sono rimasti sospesi, in un’altra professione (non sanitaria).
È stato pure del tutto inutile dimostrare la particolare situazione individuale dei sanitari caratterizzata da un ulteriore (oltre a quello generale per tutti) grave rischio per la vita e salute. Tra i sanitari denuncianti ci sono quelli, che nel passato hanno già avuto una miocardite o pericardite (o altri gravi problemi al cuore) e coloro che hanno già avuto (anche più di un) tumore maligno. Nonostante la certificazione medica che questi sanitari avrebbero corso un particolarmente alto rischio con i cosiddetti “vaccini”-Covid-19, che provocano la miocardite, e per i quali non è stato fatto alcuno studio di geno- e cancerogenicità, come risultava ufficialmente nella documentazione istituzionale (vedi Allegato I alla Decisione di autorizzazione per l’immissione sul mercato in vigore a novembre 2021 sub doc. 22), i responsabili dell’Azienda Sanitaria e del rispettivo Ordine Professionale insistevano nella richiesta del trattamento con la sostanza sperimentale.
Questi sanitari non solo hanno tentato senza alcun successo di evidenziare la loro particolare situazione inviando subito via pec ai responsabili dell’Azienda Sanitaria (MARIA GRAZIA ZUCCARO – responsabile del procedimento) anche la rispettiva documentazione –senza alcun cenno di riscontro (!) – ma poi si sono spesso presentati anche nell’hub vaccinale nel vano tentativo di vedersi esonerati dal medico “vaccinatore” dall’obbligo “vaccinale”.
Nonostante il fatto che sanitari qui denuncianti avessero avuto nella loro vita già gravi problemi al cuore (è p.e. il caso del sanitario – OMISSIS – ) e (anche molteplici) tumori maligni (è p.e. il caso della sanitaria – OMISSIS -), sono stati brutalmente sospesi senza stipendio o altro sostentamento finanziario dal lavoro e dalla possibilità di lavorare, e con ciò provocando uno stress psichico enorme anche all’intera famiglia composta peraltro di figli minorenni.
Il sanitario .- OMISSIS – (la cui moglie – sempre sanitaria – è rimasta sospesa dal lavoro per lo stesso motivo) ha tre figli minori e la sanitaria – OMISSIS- ha due figli minori.
E poi ci sono tra i sanitari denuncianti tanti che, come la stragrande parte della popolazione, erano venuti in contatto con il virus SARS-CoV-2 già durante l’anno 2020 e la prima parte dell’anno 2021 e, dunque, avevano sviluppato degli anticorpi al virus SARS-CoV-2. Questo è il caso, p.e., del sanitario medico Dr.med. – OMMISSIS – che vanamente ripetutamente ha evidenziato il fatto di essersi immunizzato già in via naturale e di, comunque correre un particolarmente alto rischio nel caso di trattamento con un “vaccino”-Covid-19, di cui i responsabili della Sanità Pubblica Nazionale e Locale sapevano! (vedi infra).
La violenza privata esercitata da parte dei responsabili dell’Azienda Sanitaria, degli Ordini Professionali è evidente.
Si faceva di tutto per distogliere ai sanitari, opponenti al diktat criminale, ogni base per poter sopravvivere al fine di costringerli al trattamento off label e in generale sperimentale.
Alcuni dei sanitari denuncianti, non avendo proprio alcuna possibilità di rimanere senza la possibilità di lavorare, nella consapevolezza che si facevano iniettare delle sostanze sperimentali con un altissimo rischio per la propria vita e salute, hanno dovuto piegarsi al diktat autoritario criminale.
E ciò anche perché la Giustizia, la Procura della Repubblica, nonostante una tempestiva denuncia penale e un primo incarico conferito al Comando dei Carabinieri per la tutela della salute (N.A.S.) per un’urgente indagine, poi inspiegabilmente non si è più interessata dell’urgente questione (come risulta in modo inequivocabile dal fascicolo delle non-indagini) che però toccava non solo gli interessi e diritti dei sanitari denuncianti, ma pure quelli dell’intera popolazione.
I gravissimi fatti denunciati dai sanitari (falso ideologico, violenza privata, commercio o somministrazione di medicinali guasti – tentato omicidio plurimo/strage – vedasi l’aumento della mortalità in Italia anche nel 2022 nelle fasce della popolazione giovane – tentate lesioni personali plurioffensive – vedasi i tantissimi casi di miocardite e altre patologie gravissime anche in persone giovanissime, nonché l’aumento di casi di cosiddetto turbo-cancro, e potenziale rischio per tutti i cittadini “vaccinati” vista la ormai accertata presenza a livello internazionale di plasmidici (DNA) nei “vaccini” a mRNA Comirnaty di Pfizer/BioNTech e Spikevax di Moderna e il connesso alto rischio di modifica del genoma umano (motivo per il quale lo stato Florida il 6 dicembre 2023 ha chiesto al FDA e al CDC l’immediata sospensione dell’autorizzazione di queste sostanze, vedi sub doc. 28.1. e 28.2) erano e sono fatti che avrebbero dovuto far scattare l’immediato allarme ai fini della PROTEZIONE CIVILE a tutela dell’intera popolazione.
Invece, i sanitari denuncianti, come gli altri cittadini che si sono apertamente (in primis sul posto del lavoro) opposti alla criminale imposizione di un trattamento sperimentale, frutto di un nudo e crudo crimine contro l’umanità, sono stati denigrati, umiliati e (nella stragrande parte dei casi) allontanati dal posto di lavoro come criminali – anche coll’intervento delle forze dell’ordine. Era all’ordine del giorno nel 2021 proprio nella Provincia Autonoma dell’Alto Adige, la cui Azienda Sanitaria ha iniziato come prima in assoluto in tutta Italia con la sistematica esecuzione criminale della sospensione di sanitari che hanno rifiutato il “vaccino”, che i sanitari da un momento all’altro dovevano lasciare il posto di lavoro (ostetriche persino durante il parto da loro assistito/gestito – questo è, p.e. il caso dell’ostetrica – OMISSIS -), senza la possibilità di salutare i pazienti e i colleghi (così successo, p.e., anche alla Dr.med. – OMISSIS -) e spesso pure senza la possibilità di prelevare le proprie cose dall’armadio a loro assegnato, perché da un momento all’altro il loro badge era bloccato. Nel caso di sanitari che, giustamente si opposero alla mera comunicazione orale da parte del responsabile del reparto di dover immediatamente allontanarsi dal posto di lavoro, i responsabili dell’Azienda Sanitaria facevano intervenire persino le forze dell’ordine.
In generale (con troppo poche eccezioni) c’era un clima di caccia alle streghe (con diffamazione, denigrazione anche da parte dei media) nei confronti di quei sanitari che, invece, hanno dimostrato di aver posto alle basi dell’esercizio della loro importante professione un imprescindibile presupposto necessario per poter garantire il principio di precauzione a tutela della salute dei pazienti: lo spirito critico basato sulla documentazione ufficiale istituzionale e una spina-dorsale etica/morale che purtroppo proprio nella categoria dei sanitari (e non solo) negli ultimi anni è venuta a mancare in primis nei ruoli apicali.
Alcuni dei sanitari denuncianti erano costretti a licenziarsi per poter lavorare e hanno cambiato mestiere. Altri sanitari Sudtirolesi lavorano da allora all’estero (Austria, Svizzera), dove in tutto il cosiddetto periodo pandemico era possibile, guarda caso, lavorare anche senza essere trattati con i cosiddetti “vaccini”-Covid-19.
Tutti i sanitari sospesi hanno subito importanti (spesso esistenziali!) danni patrimoniali (stipendi non percepiti, contributi sociali – incluso quello per la pensione non versati dal datore di lavoro) e danni morali (denigrazione, umiliazione anche da parte dei media mainstream peggio dei peggior fuorilegge, con rispettivo stress psico-fisico anche per l’intera famiglia) e quei sanitari che non vedevano altra soluzione che quella di piegarsi al diktat autoritario dell’inoculazione off label use di un cosiddetto “vaccino”-Covid-19 anche un potenziale gravissimo danno biologico (vedi infra).
Avv.DDr. Renate Holzeisen
Membro del Consiglio della Provincia Autonoma di Bolzano – Frazione VITA
https://www.renate-holzeisen.eu
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